Oltre lo sgomento…le opportunità della Salute

di Elena Del Gaia*

Venerdì 18 novembre ho avuto il piacere di assistere all’evento “La follia che unisce l’universo”, organizzato a Costacciaro (PG) da “Rete Igea – Movimento e Servizi per la Salute Mentale” come servizio dell’Agenzia Nazionale per la Prevenzione (A.N.P.).

L’evento, patrocinato dal Comune di Costacciaro, è stato ideato e curato da Francesco Bernacchia – Psicologo della Salute e Psicoterapeuta – e Romina Mazzei – Psicoterapeuta specialista in Terapia Sistemica e Relazionale. Con il loro gruppo di lavoro hanno proposto un insieme variegato e composito di suggestioni visive e musicali, stimoli, testimonianze, riflessioni, sulla follia e sulla salute mentale; suggestioni che emozionano e soprattutto fanno pensare.

La riflessione inizia dalle esperienze professionali, passate e presenti, nella cura della “follia”; esperienze professionali ma anche umane. Uno spettacolo che racconta, attraverso rappresentazioni teatrali e materiale audio visivo, una realtà fatta di sofferenza e difficoltà dalla quale emergono aspetti difficili da accettare a 44 anni dall’approvazione della Legge Basaglia, legge di cui l’evento ci ricorda i principi.

La trasformazione inizia con piccoli e grandi cambiamenti, a partire dal termine da utilizzare per riferirsi alle persone che vivono nelle strutture residenziali, così che i “pazienti” diventano “ospiti”, il colore alle pareti che prende il posto dell’asettico bianco, la possibilità di uscire al di fuori delle strutture, il ricucire un rapporto con i familiari, il poter recarsi a ritirare la propria pensione, il poter essere finalmente visti come persone. Questi sono i primi tentativi di trasformare i luoghi di cura in luoghi finalmente centrati sulla persona ed in dialogo con il territorio.

Colpisce e provoca sgomento il mancato coinvolgimento nel tempo delle famiglie, la mancanza di informazioni sullo stato di salute dei propri familiari o il non sapere addirittura della morte o della nascita di alcuni di loro. Questi racconti sembrano risalire agli anni ’70 ed invece hanno continuato a caratterizzare gran parte della psichiatria residenziale italiana successiva alla nascita dei servizi territoriali e fanno riflettere su quanto lavoro deve ancora essere fatto nel nostro paese per renderlo civile. Creano sgomento anche i primi tentativi di uscita sul territorio, episodi di denigrazione e pregiudizio che lasciano semplicemente esterrefatti e che ci fanno riflettere sul perdurare dello stigma sociale legato alla malattia mentale.

Ma accanto a questi esempi di sofferenza e indifferenza, lo spettacolo porta tante altre storie di resilienza, di apertura e accoglienza da parte della società, a partire dal piccolo paese di Costacciaro, dal coinvolgimento di alcune realtà locali, l’Agriturismo “Villa Pascolo Country House” e il Ristorante “I Due Tigli” che hanno dato la loro disponibilità per organizzare vacanze che hanno avuto il sapore della rinascita.

Molte delle suggestioni proposte dallo spettacolo fanno emozionare e commuovere perché ancora molto deve essere fatto affinché la Legge Basaglia del 1978 possa essere ritenuta pienamente attuata. Come specialista in psicologia della salute ed operatore nell’ambito dei servizi per la salute mentale, sono consapevole che in questo ambito ci sono tante risorse ma anche tanto lavoro ancora da fare e tante criticità; tra le più evidenti, la carenza di personale, che indica quanto poco si investa nel settore della salute in generale, e di quella mentale nello specifico. Il personale, per quanto possa essere competente ed empatico, è ridotto ai minimi termini, gli specialisti sono oberati di lavoro, di conseguenza il tempo dedicato ad ogni persona non può essere molto. Altro elemento che fa pensare, tra i vari profili professionali, la presenza di psicologi è molto limitata.

Un’altra criticità, strettamente interconnessa alla precedente, è rappresentata dai tempi di attesa. Le pratiche di cura o, in questo caso, anche i luoghi della cura, possono diventare iatrogeni, causa di malessere.  Ad esempio in quel luogo la persona con problemi psichiatrici doveva rimanere solo qualche settimana, ma poi per cause varie, spesso legate a problemi burocratici o semplicemente all’inesistenza di alternative sul territorio, le settimane si trasformano in mesi, i mesi…in anni. E quella persona, che era autonoma, piano piano si abitua ai ritmi rassicuranti e protettivi della struttura, tanto che poi uscirne provoca ansia e paura. Sono necessari servizi più rispettosi delle caratteristiche e dei tempi delle persone e della loro evoluzione. Nella mia recente esperienza posso testimoniare l’ottimo esito di una rete integrata tra strutture a bassa intensità assistenziale con una casa autonoma assistita, ovvero una piccola unità abitativa, in carico al CSM che, con i suoi operatori ha favorito recovery e l’autonomia dei suoi “ospiti”.

Credo inoltre che sia fondamentale che tutti gli operatori che lavorano nei percorsi di cura e riabilitazione abbiano fiducia nella possibilità di un percorso di ripresa personale delle persone con disturbi mentali anche gravi, mantenendo delle aspettative positive per la prospettiva di una vita piena e soddisfacente, nonostante le limitazioni dovute alla presenza di disturbi psichici.

Un’ultima riflessione suggerita dall’evento è che alcuni operatori della salute mentale hanno bisogno di erigere un muro che li separi dalla persona con problemi psichici, oppure si sentono a proprio agio solo se esibiscono una certa dose di potere, in una relazione medico-paziente tradizionalmente intesa; è fondamentale invece ricordarsi che così come l’operatore della salute mentale è l’esperto delle pratiche che riguardano la cura, l’utente è il principale esperto della propria vita e della propria condizione. La persona con disturbi psichici è chiamata ad essere protagonista del proprio percorso di cura e l’operatore ad assumere un ruolo di facilitazione che ne favorisca l’autodeterminazione, riconoscendone competenze, potenzialità, diritti, possibilità di esercitare scelte.

*Psicologa e Psicoterapeuta – Specialista in Psicologia della Salute

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