Il rumore del silenzio

Il vissuto degli operatori della Salute Mentale dopo la morte di Barbara Capovani

di Francesco Bernacchia* e Romina Mazzei**

Due minuti di Silenzio!

Due minuti che tutti gli operatori della Salute Mentale, alle 12.00 di oggi, hanno osservato per esprimere il cordoglio e il rammarico per le sorti della collega di Pisa, la Psichiatra Barbara Capovani. Dopo diversi giorni passati tra la vita e la morte per le percosse subite dal suo ex-paziente, Barbara si è addormenta ieri pomeriggio. Come tutti i giorni, anche venerdì scorso terminava il suo servizio ma si è incontrata con l’imprevedibilità che quotidianamente scandisce le giornate di chi lavora nella psichiatria. A noi Psicologi, alle Istituzioni, ai servizi della Salute Mentale, cosa resta se non una riflessione e una consapevolezza maggiore della delicatezza e del rischio connesso al nostro lavoro? Un rischio troppo spesso sottovalutato e che anche in due soli minuti riporta alla mente le nostre esperienze presenti e passate; attimi dove la paura si mescola alla volontà di rispettare comunque i presupposti deontologici dei nostri interventi.

Due minuti di Silenzio!

Un tempo troppo breve per connettere chi sta lavorando nel proprio studio, a casa, in comunità; per connettere professionisti e pazienti. Un tempo che, seppur limitato, permette ad ognuno di ascoltare e prendersi cura di quel grido interiore di rabbia che nasce dall’incontro tra il dolore da un lato e il senso di ingiustizia dall’altro!

Due minuti di Silenzio!

120 secondi. Sono pochi, ma sufficienti per arrivare con il pensiero al dolore per la famiglia della collega scomparsa, per i suoi figli, per il suo futuro che avrebbe dato sicuramente ancora grandi speranze e certezze alla sua famiglia e, nel lavoro, a chi soffre di un disagio psichico. Certezze e speranze che avrebbero potuto ancora aiutare persone che ieri hanno perso la propria terapeuta e un punto di riferimento.

Due minuti di silenzio!

Il tempo è poco ma scorre velocemente, tanto quanto basta per andare con il pensiero a tutte le volte in cui la stanchezza prende il sopravvento e vorresti andartene, lasciare tutto com’è ma poi … eccola li! L’immagine dei vecchi manicomi, scene raccapriccianti che oggi non ci sono più soltanto grazie a chi costantemente ha il coraggio di andare avanti; il coraggio di continuare a dedicare i propri sforzi per un nuovo modello di Salute Mentale, ben consapevole che questo Modello non viene supportato da politiche sanitarie atte a garantirlo e a tutelare gli operatori.

Due minuti di Silenzio!

Un tempo che può bastare per pensare a quanto, nella sua tragicità, questo evento rischierà di vanificare tutti gli interventi di sensibilizzazione contro lo stigma e il pregiudizio nei confronti di persone con problemi di Salute Mentale; rischio imprescindibile e forse anche comprensibile che deriva dalla rabbia per quanto accaduto. Due minuti che consentono comunque di ricordare tutte le volte in cui è il paziente a chiedere di andare avanti, a crederci ancora nonostante le sue difficoltà e il suo “comportamento”.

Due minuti di silenzio!

Forse troppo pochi; ma forse, ancora di più, troppo intensi per non ricondurre quanto accaduto a Barbara Capovani ad un caso isolato, quanto piuttosto ad un evento ascrivibile a tutte le percosse e gli insulti che uno Psicologo o uno Psichiatra, un OSS o un Infermiere quasi quotidianamente riceve. Si tratta di percosse che non fanno notizia; insulti di cui nessuno parla, ma che contribuiscono a mantenere un silenzio rivelatore di una realtà inesistente fatta di una fantomatica assenza di problemi. Insulti e percosse che non sono indice della cattiveria di una persona, ma sono il grido della sua malattia; una malattia che non può essere curata sulla base di proporzioni numeriche che, nei decreti ministeriali, prevedono un numero ristretto di operatori – affatichi e indeboliti dalle eccessive responsabilità e dal mancato riconoscimento economico – chiamati comunque a contenere emotivamente la rabbia e l’ostilità di un gran numero di utenti stanchi della propria malattia.

Due minuti di Silenzio!

In questi due minuti, il pensiero va a Barbara Capovani; a quante volte anche lei avrà avuto paura o temuto per la propria Salute e quante volte anche lei ha continuato ad andare avanti, nonostante i tanti timori. Ma quello che accade oggi apre la mente a tante riflessioni. Per suo volere, i suoi organi stanno nuovamente regalando speranza e questo credo sia sufficiente per spiegare come in una professione di aiuto l’umanità e la determinazione siano fondamentali.

Ma al mondo delle Istituzioni viene da dire:

Che questa determinazione non venga data per scontata e non sia l’unica garanzia!

Due minuti! Due soli minuti! Troppo pochi per un silenzio così assordante!

Buon viaggio Barbara, ci permettiamo di darci del “Tu”!

Il mondo della Salute Mentale è con te!

*Psicologo della Salute e Psicoterapeuta

**Psicologa e Psicoterapeuta Sistemico-Relazionale

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